Se adottiamo la geometria del trapezio è difficile per ora collocare i champions; onestamente è arduo dalle cose che sappiamo individuarne la traiettoria, mentre quello che si può sicuramente dire è che rappresentano una nuova occasione per il capitalismo italiano. Nessuno si illude su una palingenesi ma potremmo cercare quantomeno di non ripetere alcuni degli errori che abbiamo commesso in passato con le imprese emergenti del tempo e due mi sembrano i punti che, anche nel contesto della prefazione a un libro, meritano di essere sottolineati.
Il rapporto con capitali pazienti esterni alle famiglie proprietarie è sicuramente il primo, parlo di capitali che sappiano – specie in una fase caratterizzata dal ripensamento del banking moderno – offrire occasioni, spianare strade, abbattere vincoli e rispettare le persone e i loro tempi di maturazione. Il secondo riguarda il capitale umano, la possibilità da parte delle imprese di attingere a un mercato del lavoro consapevole e che proprio per questo sappia sfornare in tempo quelle competenze e quei profili che la trasformazione dello stesso modus operandi delle aziende richiede. Con urgenza.
di Dario Di Vico (dalla prefazione del libro)