Il quartiere/cantiere pedemontano nell’area metropolitana veneta
La riforma delle province e il completamento della Pedemontana offrono al territorio che si estende dalla Valle del Chiampo a Montebelluna nuove opportunità.
Fino a ieri Arzignano, Valdagno, Schio, Thiene, Bassano, Castelfranco, il Camposampierese e Montebelluna, le città impresa, sembravano confinate a un ruolo marginale rispetto ai capoluoghi. Gli investimenti nelle infrastrutture moderne dei trasporti, della formazione e della cultura si concentravano su Vicenza, Padova e Venezia.
Oggi il quadro è cambiato. E’ opinione sempre più diffusa che il Veneto non possa crescere ancora se non diventa un’area metropolitana vera e propria, ben visibile sulle mappe dell’economia globale e ben collegata con la rete delle altre aree metropolitane europee.
Gli investimenti sul nodo di Mestre-Tessera sono importanti, ma non sufficienti a far decollare questa nuova identità e un nuovo sistema amministrativo regionale. Oltre le vecchie province e oltre la città metropolitana di Venezia è necessario che nascano due quartieri bene organizzati: quello dei servizi, lungo l’asse che collega Verona a Venezia, e quello dei distretti, della manifattura e del turismo industriale lungo la pedemontana che collega, appunto, la Valle del Chiampo a Montebelluna.
In questo quartiere si concentra il cuore produttivo della metropoli regionale e c’è bisogno di investimenti specifici in laboratori e centri di cultura tecnica, in progetti di rigenerazione delle aree industriali, in servizi pubblici locali dedicati all’industria, in sistemi di comunicazione e organizzazione turistica nuovi.
Il Rapporto della Fondazione Nordest per il 2015 e il Manifesto del nuovo Manifatturiero – #Veneto 2020 di Confindustria dedicano molta attenzione al tema emergente dello spazio metropolitano e degli investimenti in cultura e sul capitale umano. Non solo i curatori dei due documenti, Stefano Micelli e Roberto Zuccato, ma anche altri animatori del dibattito culturale e scientifico della regione si interrogano sulla discontinuità che contrassegna l’orizzonte futuro del Veneto e più in generale delle Venezie.
La discussione del Rapporto della Fondazione Nordest offre quindi numerosi spunti di riflessione agli operatori economici protagonisti dello sviluppo pedemontano e soprattutto ai sindaci che sono chiamati a costruire uno spazio istituzionale nuovo, una vera e propria alleanza territoriale per la crescita dell’area.